Esistente come pieve pisana già nel 1137 col titolo di S. Cristina, delle strutture originali conserva soltanto il lato Nord, inglobato in quello della chiesa moderna.
Impianto ad una sola navata, probabilmente absidata; lato Nord con almeno due monofore strombate, con archivolti a piccoli cunei alternati a sottili laterizi che costituiscono l’unico elemento decorativo, in chiave cromatica; vi si apriva probabilmente un piccolo portale, architravato a timpano pentagonale come nella vicina pieve di Rigoli, del quale rimane il monolite reimpiegato come soglia del portalino moderno, che forse sostituì o affiancò l’originale.

All’interno della chiesa, sulla parete di sinistra, tra l’altare e la porta laterale, vi è una bellissima lastra tombale (cm. 245 x 101) raffigurante un cavaliere con elmo, sovrastato da corona comitale e cimiero a forma di cresta di gallo, camaglio, usbergo, spada e pugnale e bastone di comando tenuto con ambedue le mani guantate.
Si tratta di Corrado Alchiberg, che le cronache e i documenti della seconda metà del XIV secolo menzionano come «conte Corrado tedesco», capitano di ventura tra i più noti, prima al servizio della repubblica di Firenze, con la Compagnia di Bernardo de la Salle, poi al soldo di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano.
Morì al passaggio del Serchio tra Ripafratta e Filettole dove fu sepolto nella chiesa di S. Viviana, come si deduce dalla frase incisa su rasura.
Sulla fascia superiore e laterale di destra, e in parte su quella del lato inferiore è intagliato in caratteri gotici l’epitafio.