Ad Avane il poeta Giosuè Carducci dedicò delle rime, contenute nell’opera Rime Nuove, scritta tra il 1861 ed il 1887.

VI – LXXIX

Faida di Comune

Bel castello è Avane, e corte
Fu dei re d’Italia un giorno.
Vi si sente a mezza notte
Pe’ querceti un suon di corno.

Vi si sente a mezza notte
La real caccia stormire,
Dietro ad una lepre nera
Un caval nero annitrire.

Perchè Astolfo longobardo
D’ una lepre ebbe contesa
Con l’abate Sighinulfo
Qual de’ due l’avesse presa:

Onde il re venuto in ira
Trasse in faccia al santo abate
Una mazza, e tutte gli ebbe
Le mascelle sgretolate.

Granricordi, e, come a seggio
Di Marchese, a Lucca grati.
Pure Avane ed i suoi boschi
Noi volgiam che vi sian dati.

Marzo 1875


Una splendida poesia dedicata al nostro fiume.

Da “Filettole: un popolo, una pieve”, di Don Giorgio Barachini.

Al Serchio

Salute o mio bel Sercio. Ove tu fendi
quel monte che ai pisan Lucca nasconde
e l’un popol lasciando all’altro scendi
Che partì l’odio, ora un amor confonde
Ove il tuo specchio ripercosse rendi
Piagge d’olivi e pampini fecondi,
e selvose pendici a cui più d’una
rocca sovrasta ruinosa e bruna;

Ov’è una terra alla tua destra riva,
che dall’umile felce il nome assume,
io da pria bevvi la tosca aura viva,
e allegrai l’occhio nell’etereo lume.
E mentre m’era la vallea nativa
un mondo, di quel mondo er tu il fiume:
Quanto vagai sulla tua verde sponda,
e amai bagnarmi alla tua limpida onda!

e piochè tanto a me volsero i giorni
speranze e delusioni, gioia e dolore,
purchè a me innanzi la tua immagin torni,
ride di fresca giovinezza il cuore.
Solo al pensar che ormai più non raggiorni
pei cari che mi amar di tanto amore,
pei cari onde di vita ebbi lo spiro,
all’intimo del cuor mando un sospiro.